I motivi per cui chi uccide un animale non viene arrestato: Analisi della Legge e delle Procedure Giuridiche.
L’Associazione Tutela Ambiente, Animali e Protezione Civile sezione provinciale di Napoli è una organizzazione, riconosciuta come Ente del Terzo Settore e svolge un ruolo cruciale nella promozione della tutela dell’ambiente e della salvaguardia degli animali in provincia di Napoli. Il presidente provinciale di Napoli dell’Associazione, il Sig. Luciano Angrisano, sottolinea l’importanza di analizzare la legge in vigore sull’uccisione di animale.
Il maltrattamento e l’uccisione di animali sono reati gravi che vanno contro il rispetto della vita e del benessere degli esseri viventi. La Legge n.189 del 20-07-2004, con i suoi articoli 544-bis e 544-ter, punisce coloro che commettono tali atti, cercando di garantire una tutela agli animali e una punizione per chi li sottopone a crudeltà ingiustificate.
La Legge contro il Maltrattamento e l’Uccisione di Animali
L’Articolo 544-bis tratta dell’uccisione di animali, stabilendo che chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale, è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi. L’Articolo 544-ter, invece, affronta il maltrattamento di animali, prevedendo pene simili per chi, per crudeltà o senza necessità, provoca lesioni, sottopone a sevizie o ad attività incompatibili con le caratteristiche etologiche dell’animale.
I Motivi per cui non Viene Arrestato chi Uccide un Animale
Una domanda che spesso sorge è: perché chi uccide un animale non viene arrestato? La risposta sta nelle disposizioni della legge stessa. Il massimo della pena previsto per questi reati è di diciotto mesi, una durata che non soddisfa i requisiti minimi per l’arresto obbligatorio in flagranza di reato. Per procedere con tale tipo di arresto, la legge richiede che la pena minima prevista sia di almeno cinque anni.
Lo stesso principio si applica al maltrattamento di animali. Anche in questo caso, la pena massima prevista di un anno non raggiunge il limite minimo di cinque anni per l’arresto obbligatorio. In entrambi i casi, la pena massima è inferiore ai tre anni, il limite massimo per l’arresto facoltativo.
La Procedura Legale
Nonostante la mancanza di arresto immediato, chi assiste a un atto di maltrattamento o uccisione di animali ha il dovere di denunciare immediatamente l’accaduto alle autorità competenti. La denuncia sarà il punto di partenza per l’avvio delle indagini e per il rinvenimento di prove che possano portare il responsabile davanti a un giudice.
Le autorità, dal canto loro, devono prendere seriamente ogni denuncia di maltrattamento o uccisione di animali. Svolgono indagini approfondite, raccogliendo prove e testimonianze per portare il colpevole davanti alla giustizia. In caso di prove sufficienti, l’autore dell’atto criminale sarà sottoposto a processo e dovrà rispondere delle sue azioni di fronte alla legge.
In conclusione, sebbene l’assenza di un arresto immediato possa sembrare frustrante, il sistema giuridico pone comunque la priorità sulla punizione di chi compie atti di maltrattamento o uccisione di animali. La denuncia tempestiva e il corretto svolgimento delle indagini sono essenziali per garantire che chi si rende colpevole di tali reati sia portato di fronte alla giustizia e risponda delle proprie azioni.