Venti di guerra spirano sull’Ucraina
Erano appena scoccate le 6 del mattino a Mosca, quando Vladimir Putin ha annunciato alla tv nazionale l’attacco nei confronti dell‘Ucraina. “Un’operazione militare per proteggere il Donbass e denazificare l’Ucraina“, dice il presidente russo, che chiede all’esercito di Kiev di “consegnare le armi e andare a casa, affermando che i piani di Mosca non includono l’occupazione del Paese ma la sua smilitarizzazione e denazificazione. Un’ulteriore espansione della Nato e il suo uso del territorio ucraino sono inaccettabili, mentre gli Stati Uniti rifiutano di trattare sulle nostre richieste di sicurezza”.
Il presidente russo Putin ha poi continuato il suo discorso minacciando senza mezzi termini chi avrebbe tentato di intervenire in aiuto di Kiev.
“Chiunque tenti di interferire con noi, e ancor di più di creare minacce al nostro Paese, al nostro popolo, dovrebbe sapere che la risposta della Russia sarà immediata e porterà a conseguenze come non sono state sperimentate nella storia. Siamo pronti per qualsiasi sviluppo di eventi. Tutte le decisioni necessarie al riguardo sono state prese. Spero di essere ascoltato”.
Dopodiché si è assistito all’inizio delle operazioni militari lungo i confini ucraini; da nord a sud sono cominciati i bombardamenti su obiettivi militari e strategici, colpendo postazioni radar, contraerea e aeroporti. In seguito, hanno cominciato a muoversi le truppe di terra dalla Russia e anche dalla Bielorussia per entrare nel paese.
L’Ucraina, intanto, ha annunciato la chiusura del suo spazio aereo, affermando di aver abbattuto cinque aerei russi e un elicottero. Due carri armati e diversi camion russi sarebbero stati distrutti nell’area di Schastye, nella regione di Lugansk.
Riecheggiano nelle città il suono delle sirene e i colpi di mortaio. Nella popolazione civile, chi ha potuto ha scelto di rifugiarsi nei bunker mentre altri hanno deciso di abbandonare le città verso luoghi più sicuri. Un vero e proprio esodo è stato trasmesso dalle immagini televisive, file di auto in coda per uscire da Kiev.
A Odessa, uno dei porti più importanti sul Mar Nero che si trova a ovest della Crimea e a pochi chilometri dal confine con la Moldavia, si registrano 18 morti nel corso della seconda ondata di attacchi missilistici (fonte Sky News) che cita le autorità regionali ucraine.
Pare che siano in corso combattimenti a Chernobyl, nei pressi di un deposito di scorie nucleari, secondo una fonte di Nbc, pare che un impianto di stoccaggio sia stato distrutto, con tutti i rischi che ne possono derivare.
Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy si è rivolto alla nazione affermando che la Russia ha effettuato attacchi missilistici sulle infrastrutture dell’Ucraina e sulle guardie di frontiera ucraine con esplosioni che si sentono in molte città del paese. Ha chiesto a chiunque se la sentisse di aiutare a combattere l’invasore. Ha aggiunto, inoltre, di aver parlato con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e di aver chiesto aiuto per il suo popolo. Il presidente ha anche affermato che l’Ucraina introdurrà la legge marziale in tutti i territori dello stato.
Una condanna unanime all’aggressione russa arriva dall’Europa. Tutti i leader nazionali si dicono pronti a firmare delle sanzioni economiche durissime nei confronti del Cremlino, chiedono a Putin di ritirare le truppe e di fermarsi.
Con il passare delle ore, il conflitto si espande sempre più a tutto il territorio ucraino con il numero delle vittime che comincia ad aumentare in maniera esponenziale.
Renato Scognamiglio