di Antonio Parrella
Fari puntati sul professor Angelo Porcaro, storico e critico della letteratura italiana. Negli ultimi anni Porcaro, docente di materie letterarie e latino presso il liceo “Salvatore Cantone” di Pomigliano d’Arco, ha svolto un’attività letteraria senza soluzione di continuità.
Da annotare che il docente collabora presso il Dipartimento di studi umanistici dell’Università degli studi “Federico II” di Napoli con la cattedra di Letteratura italiana del professor Ugo Maria Olivieri e svolge un’accurata attività di ricerca, occupandosi prevalentemente della letteratura italiana dell’Ottocento e del Novecento.
Porcaro ha pubblicato testi su Francesco Dall’Ongaro, sulla letteratura popolare in Italia nell’Ottocento, su Eduardo De Filippo, sulla letteratura italiana e il suo pubblico nella storia, sulla letteratura italiana del Novecento, sul Neorealismo.
In particolare, bisogna porre l’attenzione a quelli che sono i suoi campi di ricerca: la letteratura popolare dell’Ottocento (Francesco dall’Ongaro, Giulio Carcano, Carlo Tenca, il Nievo novelliere rusticale, Carlo Collodi – Le avventure di Pinocchio), la narrativa neorealista in Italia (Cesare Pavese, Elio Vittorini, Vasco Pratolini, La ciociara di Moravia), il teatro umoristico di Eduardo de Filippo tra maschere e realtà. Dalla lettura dei suoi testi si evincono alcuni aspetti del suo metodo di lavoro.
Innanzitutto, la pluralità di approcci possibili al testo letterario: ogni testo può essere interpretato in vari modi. Non esiste la teoria critica assoluta, tutte le teorie critiche concorrono alla migliore comprensione del fatto letterario. L’altro aspetto importante è l’inserimento del sistema letterario in un più ampio sistema culturale: il testo non è più un pacifico insieme di parole, ma diventa un territorio dinamico, conflittuale che si offre al lettore come un sistema di procedimenti che si tratta di decodificare e scoprire, mettendo a fuoco lo specifico dei testi letterari e del sistema letterario cui essi danno vita. Egli lascia un messaggio alle nuove generazioni, citando il critico e storico letterario Giulio Ferroni: “Eppure, nei confronti della situazione attuale del mondo, dei pericoli e delle minacce che incombono sull’uomo e sulla natura, la letteratura può forse giocare ancora una parte non indifferente: di fronte alla necessità di arginare la degradazione della vita quotidiana, di cercare, nonostante tutto, equilibri più giusti ai quali l’attuale società del consumo indiscriminato pare disinteressarsi, si possono ancora ricavare importanti insegnamenti dalla lunga tradizione della cultura europea e della stessa storia letteraria italiana. Saper leggere questa tradizione potrà forse aiutare a identificare forme di vita che valga la pena vivere, a ritrovare il senso di una moderna ragione critica: e si può sperare che, al di là delle apparenze e delle mode spettacolari che continuamente si accumulano e si dissolvono, proprio le giovani generazioni sappiano accostarsi con uno sguardo nuovo alla tradizione, sappiano esprimere una nuova coscienza razionale e civile, un nuovo senso della memoria e del nesso tra passato e presente, un rapporto non distruttivo con la natura. Dall’uso che i giovani sapranno fare di questo patrimonio deriva la possibilità che la letteratura e la sua storia non abbiano fine”.
I testi scritti dal professor Angelo Porcaro















































































