Pina Castiello alla guida della città è molto più di un’ipotesi. Parte da lontano il progetto dell’ex leader di Alleanza Nazionale. Tutti i dettagli di un piano
Pina Castiello candidata a sindaco. E’ questa l’ultima operazione alla quale sta lavorando l’ex senatore Vincenzo Nespoli. Candidare la bionda deputata ad Afragola per blindare il centrodestra dopo la sfiducia all’ex sindaco Grillo. Un’esperienza tortuosa e caratterizzata da guerre interne che, passo dopo passo, hanno portato alla fine della consiliatura. L’ex leader di An, e questo gli va dato atto, è stato il pioniere della Lega al Sud. Il primo soggetto politico a valutare il Carroccio come fenomeno crescente nel Mezzogiorno in questi anni. Da lì la scelta di aderire al partito di Salvini tempo prima delle Politiche del 2018. Ora quel ciclo si è esaurito. E lui lo sa bene. O meglio. Col taglio dei parlamentari i collegi, una volta ridisegnati, diventeranno più ampi. E dunque per il candidato le probabilità di essere (ri)eletto si riducono drasticamente. A questo ragionamento fa leva un dato che inchioda la cricca afragolese alle proprie responsabilità. La missione iniziale di cui sono stati investiti Castiello, Grant, Cantalamessa e compagnia collimava con la crescita del partito in Campania. Un obiettivo miseramente fallito. Vediamo perché. Alle Europee 2019 la Lega, spinta dalla poderosa campagna elettorale fatta da Salvini, ottenne un ottimo 20% piazzandosi come secondo partito in Campania alle spalle del M5S e alla pari col Pd.
Mentre nelle altre province il partito (Caserta 23%, Avellino 22%, Benevento 27%, Salerno 24%) si attestò su percentuali oltre la media regionale, a Napoli subì un crollo vertiginoso piazzandosi ad un ridicolo 13%. Eppure i colonnelli salviniani guidati da Castiello avrebbero dovuto rappresentare un valore aggiunto in termini politici ed elettorali. Ma non andò così. Le cose sono peggiorate alle ultime Regionali, vero banco di prova dei leghisti campani. La Lega nel giro di un anno è sprofondata al 5,6% in termini di media regionale. In provincia di Napoli il Carroccio scende addirittura al 4,1% eleggendo Severino Nappi (il risultato è soprattutto figlio delle migliori percentuali ottenute a Benevento col 7,1% ed a Salerno col 6,4% che attraverso il metodo d’Hondt hanno fatto “scattare” il seggio a Napoli), ex consigliere regionale FI e non riconducibile al circuito Nespoli-Castiello. A Caserta il partito raggiunge il 9,3% grazie al grande lavoro svolto dal consigliere uscente Gianpiero Zinzi. Raddoppiando la media regionale. Ad Avellino la Lega raggiunge quasi il 5% piazzandosi come primo partito della coalizione. Numeri schiaccianti e che non lasciano spazio ad altre interpretazioni.
Al disastro campano si aggiungono il commissariamento del partito indicando Raffaele Volpi e la scelta di nominare un coordinatore regionale (Nicola Molteni) originario di Cantù. Non proprio un’iniezione di fiducia. La nomina recente dell’europarlamentare Valentino Grant, altro complice del declino leghista in Campania, rafforza il racconto in salsa Lega. E diffonde un messaggio ben preciso. Le trattative per le candidature al Parlamento si avviano e si concludono a via Bellerio, nella sede del partito. Punto. Nessuna scorciatoia. A margine di tutto ciò, Nespoli arriva alla decisione menzionata poco fa. Ma non è tutto. L’ex sindaco da politico navigato sa bene che le sfiducie storicamente rappresentano un ostacolo per garantire un’alternativa all’amministrazione spedita a casa. Un dato che può contribuire alla realizzazione del suo progetto. Se quest’ipotesi fosse confermata capiremo quali saranno le reazioni dei soggetti in campo. Pane al pane, vino al vino.