Legge DDL Zan affossata. In parlamento festa generale, tra lo sconforto di milioni di Italiani. I motivi della caduta.
Legge DDL Zan, un disastro annunciato
Era nell’aria da mesi, il disegno DDL Zan non è passato. La cosiddetta tagliola vi si è abbattuta ieri, tra gli applausi di metà senato.
Il ddl interveniva su due articoli del codice penale. Ampliava la “legge Mancino” inserendo accanto alle discriminazioni per razza, etnia e religione anche quelle per sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità.
I partiti di destra hanno spinto per mesi e mesi affinché non passasse, riuscendo nel loro intento. Qui aldilà dell’orientamento politico però c’è un problema di base: era necessaria? La risposta è chiaramente si.
La libertà è un diritto inalienabile
Per quanto la legge andasse modificata leggermente, chiaramente serviva. L’Italia è da tempo uno stato non capace di rinnovarsi, con fin troppe discriminazioni. Siamo uno degli ultimi stati rimasti a non avere una legge contro l’omotransfobia.
Fin troppe persone sono brutalmente uccise per ragioni discriminatorie. Ad oggi, anche l’esser donna è percepito come uno svantaggio in Italia. Uno stato che si fa vanto di esser laico, ma che non lo è minimamente.

Laico, certo. Lo dimostra l’esporsi in parlamento contro la legge DDL Zan inserendo contesti religiosi.
Fa obiettivamente ridere, dato che qui si trattava di parità. Se a priori vai a parlare di parità inserendo la tua religione per confermare la tua tesi, qulcosa di storto c’è.
La tagliola alla Zan non è altro che l’ennesimo disastro all’Italiana. Disastro di uno stato che pensa di vivere nella libertà.
L’unica libertà che qui si vede è quella di discriminare. Scusatemi se è troppo chiedere che venga cambiato tutto.
Scusate se professiamo libertà, quando siete voi a toglierla ad altri. Scusate se non apparteniamo alla vostra stessa classe, ora tenetevi la vostra libertà fasulla.