Giornate FAI di Primavera: Un Viaggio nell’Arte e nella Storia all’Ex Manicomio di Aversa La Maddalena
Di Fiorentina Chiacchio
Le Giornate Fai di Primavera, appena concluse, hanno offerto l’opportunità di scoprire e valorizzare il patrimonio artistico, storico e culturale del nostro Paese. Con visite guidate a luoghi di solito inaccessibili.
Il Gruppo FAI di Aversa, ha organizzato il 22 e 23 marzo 2025 un evento unico presso “ La Maddalena- ex manicomio di Aversa”, una storica e incantevole struttura che ha aperto in via eccezionale le sue porte al pubblico per questa iniziativa speciale. È stato un evento che ha coinvolto tantissimi cittadini e appassionati.
Il sito, conosciuto come il Real Casa dei Matti, è stato scelto per il suo forte valore storico e culturale. Un luogo che ha ospitato per decenni, storie di dolore e speranza, è stato riportato alla fruibilità per le Giornate del FAI di Primavera, attraverso l’arte e la memoria storica.
Per l’occasione, i visitatori hanno potuto immergersi in un’esperienza unica che ha unito la bellezza dell’arte contemporanea alla testimonianza di un passato greve e soffocante.
Tra le proposte espositive del Gruppo Fai di Aversa, è stata presentata la mostra artistica di Michele Auletta, dal titolo “FRAGMENTA VULTUUM”. L’artista frattese, impegnato da sempre nel suo lavoro scultoreo e pittorico, stimola con profonda riflessione facendo emergere la complessità della condizione umana in tutta la sua dolorosa bellezza e vulnerabilità.
In questa mostra, l’artista invita lo spettatore ad esplorare le tensioni tra passato e presente. Attraverso le sue opere, intraprende un viaggio emozionale di grande impatto che riguarda la sofferenza e l’esperienza del dolore. La sua installazione, site specific, installata presso i locali dell’ex manicomio di Aversa, è stata una carica di potenza evocativa che, richiamando la solitudine di chi ha oltrepassato quei corridoi con sconforto e prostrazione, ha riportato alla memoria la drammatica realtà delle persone che hanno vissuto quei luoghi.
L’opera di Michele Auletta, nella sua estetica apparentemente grezza, installata lungo il percorso di entrata dell’edificio, appena dopo l’ingresso, racconta storie di solitudine e abbandono umano. Frammenti di volto, a volte scuri e a volte chiari, corpi legati alle grate da corda tesa che portano alla luce un tragico destino, segnato dal senso di disperazione.
Il percorso dell’artista, culmina in un sepolcro in fondo al corridoio, un frammento di corpo adagiato su dei vecchi cartoni ritrovati nelle sale dell’ex manicomio. Un tempo destinati a custodire i registri, oggi utilizzati dall’artista come fosse un’edicola ai piedi di un cristo umanizzato. In particolare, la mostra di Michele Auletta “Fragmenta Vultuum” si concentra sul vissuto di coloro che, spesso senza voce, hanno dovuto affrontare la segregazione e l’emarginazione imposta da una società che tendeva a rimuovere il dolore e la fragilità psichica, relegando l’umanità fragile a una condizione d’invisibilità.
La relazione tra passato e presente assume quindi una dimensione ancora più profonda quando si riflette sul contrasto tra la memoria storica del manicomio e la realtà contemporanea legata alla salute mentale. In questo contesto, l’artista non solo documenta una realtà ormai superata, ma ad un’attenta riflessione delle sue opere, invita anche a una riflessione sul presente, su come la società
ancora oggi affronta le difficoltà psicologiche e sulla necessità di riconoscere e dare dignità a chi vive la sofferenza interiore.

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Accanto all’esposizione di Michele Auletta, e poco prima dell’ingresso al chiostro, il percorso espositivo prosegue con la proposta dell’artista Eva La Canna con una installazione fotografica dal titolo “MONOCHROME: L’ESSENZA DELLA LUCE” che con il suo lavoro visivo esplora i linguaggi espressivi attraverso una visione intima del mondo contemporaneo. Le fotografie di Eva La Canna presentate lungo il percorso “all’ex manicomio- La Maddalena” sono un’occasione per riflettere sulla memoria, sulla psiche e sull’identità umana.
Proseguendo lungo il percorso, un momento particolarmente emozionale si è avuto all’interno del magnifico chiostro dell’ex manicomio, dove i visitatori hanno potuto scoprire un allestimento straordinario. I dipinti realizzati dagli ex reclusi della struttura psichiatrica, sono stati valorizzati grazie al lavoro del gruppo Fai di Aversa. Quest’allestimento di dipinti ritrovati, curato nei minimi particolari dagli organizzatori, per i visitatori, ha rappresentato un omaggio verso un passato doloroso, ma anche un riconoscimento delle capacità creative di chi ha vissuto tra quelle mura, restituendo dignità attraverso l’arte.
L’allestimento visivo quindi, proposto dal Gruppo Fai di Aversa, ha voluto creare una narrazione che è andata oltre la semplice visita, è diventata per lo spettatore un’immersione totale nella storia, nell’arte e nelle emozioni umane. Un’opportunità rara per percorrere uno spazio che ha visto tante vicissitudini, ma che oggi per le Giornate del Fai di Primavera, è diventato un luogo di condivisione e riflessione culturale, ma anche un profondo grido di dolore verso un’umanità che ha ancora molto da rivelare.