Sempre più il muro di tifosi che guardano poco al campo si va ad ingrandire. In un calcio privo di romanticismo quale quello professionistico non esiste amore vero per i colori.
Negli ultimi due anni svariati avvenimenti hanno scosso tifosi e calcio. A livello internazionale si vive il caos a causa della Pandemia e di una conseguente crisi economica per tutti i club.
Faccende come quelle della Superlega Europea hanno mostrato ancor più crepe in un sistema professionistico che fa acqua da tutte le parti. È mai esistito il calcio del popolo, però? A mio avviso no e vi spiego il perché.
Anche il calcio moderno può offrire emozioni e raccontare storie, indubbiamente. Vi è però un fattore importante, i soldi.
Da sempre il denaro muove il mondo e si può dire quel che si vuole, ma penso che la scomparsa delle bandiere non sia stata a causa di una perdita di romanticismo. Semplicemente, l’amore per la propria squadra tanto da restare solo li senza pensare ad altro era prerogativa di pochi calciatori.
Io penso che potenziali bandiere ancora esistano, ma che con l’evoluzione del pensiero comune non vengano considerate abbastanza.
I soldi muovono i giocatori di qua e di la, togliendo anche a squadre ipotetiche bandiere. In anni di crisi è normale che qualcuno possa muoversi e cercare l’occasione della vita, anche solo per dare a chi ha intorno un vivere migliore.
Ovviamente sono anche essi pochi casi su tanti, ma non è così difficile trovare giocatori che per provare ad arricchire il proprio palmares e saggiamente trarre più profitto possibile da una carriera breve come quella calcistica tentano esperienze estere. È il caso di Daley Blind, poi tornato all’Ajax anche per amore della maglia.

Un matrimonio si fa in due, è anche il caso di parlare dunque di Marek Hamsik considerato come uno dei calciatori cardine del Napoli dell’ultimo Ventennio. Contratto non rinnovato? È andato a giocare altrove. Le bandiere non si sono perse, semplicemente anche il calcio corre di pari passo con i tempi e l’economia.
Cosa c’entra dunque il muro dei tifosi in ciò?
C’entrano e non sapete quanto, dato che spesso e volentieri le persone sembrano tifare unicamente per le vincenti o per singoli giocatori. È il caso di Cristiano Ronaldo, che muovendosi dal Real Madrid alla Juventus nel 2018 ha fatto registrare aumenti record per i follower di Madama. Persi poi con l’addio del fuoriclasse Portoghese verso il Manchester United.

Si può dunque dire che cercare romanticismo nel calcio professionistico sia abbastanza difficile. Togliendo alcuni episodi, gira e ha praticamente sempre girato intorno al denaro.
Un calcio ricco quello dei professionisti, che è troppo povero per i tifosi.