Dopo la celebrazione della prima udienza per l’omicidio di Giulia tramontano , si ritorna in aula il 12 febbraio. Durante lʼudienza che lo vede imputato con lʼaccusa di omicidio premeditato, il barman milanese, Alessandro Impagnatiello tra le lacrime, ha rilasciato una lunga dichiarazione spontanea, parlando di pentimento. Non gli ha creduto nessuno. A partire dalla sorella di Giulia che, insieme al padre, è uscita dallʼaula per non sentire altre dichiarazioni che sono dai familiari delle vittime considerate con ogni probabilità irricevibili. Il trentenne parla anche di black out, qualcosa di non spiegabile. La risposta di Chiara Tramontano non si fa attendere sempre attraverso i social. Ecco il contenuto del suo post:
“Effimero tentativo di insinuare un blackout di ‘una notte’. La tua crudeltà e disumanità si sono protratte per 6 mesi in cui hai avvelenato mia sorella e mio nipote, premeditando la loro morte. Puoi averlo dimenticato tu o i tuoi consiglieri, non io”. All’udienza di ieri risolte le questioni preliminari, i pm Alessia Menegazzo e Letizia Mannella indicano i 33 testimoni dell’accusa, in vista della prossima udienza, per dimostrare assieme a documenti informatici, intercettazioni, video, come l’imputato abbia premeditato l’omicidio. Le ha dato veleno per topi, ha inscenato un allontanamento, ha cercato di bruciare il corpo di Giulia. Agli atti anche il video del «gender reveal party» del 17 marzo.
Un breve filmato girato con il cellulare di Giulia, in cui l’ex barman fa scoppiare un palloncino azzurro e scopre il sesso del piccolo Thiago. Sembra felice, ma in realtà proprio in quei giorni sta già avvelenando la compagna. Viene depositato anche l’ultimo audio di Giulia: dice a un’amica di voler «andare via» e ricominciare «per il bene del bambino».
I difensori di Impagnatiello, gli avvocati Samantha Barbaglia e Giulia Geradini, citano come testimoni solo uno psichiatra e uno psicologo, in vista di una richiesta di perizia.
Maria De Rosa