A come Ambiente, riflessione di Gianni Bianco sul momento che vive l’ambiente nel nostro paese.
“A” come Ambiente, la riflessione di Gianni Bianco
Da almeno un anno gli indirizzo dell’investimento finanziario della Comunità europea gira intorno ai cinquecento miliardi di euro della “Green Economy”. Oggi tutti scoprono la vocazione ambientalista, ma guarda un pó. In tanti, dai governi nazionali passati o recenti nei fatti hanno remato sempre contro. Esempio lampante la proposta “Plastic free”. Altro che liberarsi dalla plastica, che rappresenta l’80% dell’inquinamento di terra, fiumi, mari e monti. Capeggiati da Stefano Bonaccini, che guidava gli industriali emiliani del settore, i sindacati di categoria, i gestori degli ipermercati.
Tutti uniti sotto il simbolo del “Quarto stato”, di Pellizza da Volpedo, si ribellarono ai divieti, evidenziando i licenziamenti che ne sarebbero conseguiti delle industrie del settore, in particolare del nord dell’Italia. Il buon ministro Costa da ministro mostrò allora, ha mostrato in seguito limiti evidenti che comunque non oscurano la sua attività investigativa, la differenza comunque c’è. Purtroppo la politica in Italia genera mostri e quello dell’offesa ai territori attraverso la difesa di chi produce e contribuisce all’inquinamento è solo uno dei casi della disaffezione della politica sui temi ambientali.
Oggi, anzi una settimana fa, Beppe Grillo folgorato sulla Via del potere, tuona a gran voce la vocazione ambientale del M5s. Ma come, appena un mese fa: “Innovazione tecnologica e digitalizzazione” Paola Pisano; “Sviluppo economico” Stefano Patuanelli; “Ambiente, tutela del territorio e del mare” Sergio Costa. Tre ministri strategici per la “Green Economy”, tornati a casa con una sonora bocciatura ed è giusto sottolineare, il presidente del consiglio era Giuseppe Conte.
Cosa volevano in più i cinquestelle, per la rivoluzione “Green” in Italia? Inutile parlare di altri che di ambiente parlano solo ma preferiscono poi tenersi alla larga dalle scelte per impopolarità diffusa. I rifiuti in Europa e nel mondo civilizzato sono una risorsa economica, qui da noi un problema. Ma davvero è così difficile differenziare e trarne benefici economici per la comunità? È davvero impossibile creare un sito di compostaggio che consentirebbe di dimezzare i costi dei rifiuti e dei relativi tributi, mutilati della parte umida?
Dalle nostre parti poi basta guardare le periferie e i percorsi dell’asse mediano per comprendere la sconfitta della politica ambientalista, portata avanti dai non ambientalisti. Sembra quasi come una canzone cantata al Karaoke, gente stonata che decide di esibirsi su capolavori della musica pop, purtroppo a rimetterci sono le nostre tasche, a parte la salute.
A Frattamaggiore i responsabili di “EUROPA Verde”, Conny Liotti e Agostino Galiero, hanno proposto al Sindaco Marco Antonio Del Prete un bando per il progetto ” SPORT NEI PARCHI”. “I termini del contributo per accedere ai fondi attraverso un bando dovranno essere messi in campo dall’ente. Come previsto dal protocollo d’intesa tra lo Sport Salute Spa e l’Associazione Nazionale Comuni Italiani – ANCI , per l’installazione di nuove attrezzature o di riqualificazione di aree già esistenti al fine di garantire la possibilità a chiunque di svolgere il maggior numero di attività sportive creando delle vere aree di sport”. Il Sindaco e la giunta hanno approvato, bravo sindaco.
Europa Verde non ha sostenuto alle passate elezioni comunali l’attuale sindaco di Frattamaggiore ma, ogni proposta o iniziativa che proposta dal movimento ambientalista, adottata e approvata dell’amministrazione, sarà il più valido esempio di opposizione di governo espressa da una minoranza politica a cui sta a cuore il vene comune. Quello che tutti ci auguriamo davvero è che lo straordinario investimento della Comunità europea sia impegnato per lo sviluppo economico e la trasformazione “Green” della nostra industria, da Taranto alle Aree ecologiche cittadine, dalle ristrutturazioni ecocompatibili alla diffusione della mobilità elettrica. Devastante sarebbe invece che i soldi, tanti, servissero, come in passato, solo a finanziare progetti su carta e soprattutto “parole” su carta che non servirebbero al bene comune ma solo ad arricchire i soliti noti.
Gianni Bianco