Il 14 marzo Leonardo, azienda leader nel settore difesa, aerospazio e sicurezza, ha annunciato il proprio piano di crescita e sviluppo quinquennale, con un programma di investimenti per oltre 200 milioni di euro.
Ciò che salta agli occhi è che, tra i vari interventi, si profila la chiusura del sito di produzione di Giugliano con il conseguente spostamento della produzione per il supporto logistico di radar, incluse le schede di microelettronica, presso il centro di Bacoli/Fusaro.
Una gravissima perdita per tutta la zona ASI Giugliano/Qualiano, che in tal modo subisce l’addio di una delle più rilevanti aziende del panorama nazionale, oltre che uno degli ultimi siti industriali presenti in loco e non votati al trattamento dei rifiuti.
Quello che risulta lapalissiano è che, se non verranno prese velocemente delle serie contromisure, con idee e progetti che portino al rilancio della intera zona ASI, la vocazione della filiera produttiva ivi presente sarà votata al solo trattamento del rifiuto, in ogni sua sfaccettatura.
La politica locale tutta dovrebbe interrogarsi sulla visione prospettica da dare al territorio, soprattutto adesso che ci sono le opportunità previste dal PNRR, e spingere per l’inserimento nell’area Zes Campania proprio della zona ASI giuglianesecosì da poter rilanciare in tal modo anche la contigua stazione ferroviaria di Borgo Riccio, come possibile snodo di collegamento intermodale per la movimentazione delle merci su rotaie anziché su gomma.
Una tale ipotesi potrebbe permettere di convogliare nuove risorseeconomiche utili alla realizzazione delle infrastrutture necessarie esoprattutto spingere, finalmente, gli imprenditori a creare a Giugliano un polo industriale differente da quello votato al solo trattamento dei rifiuti per la Regione Campania.
Renato Scognamiglio