VILLARICCA 05/08/2021: ratificato lo scioglimento del consiglio comunale.
Villaricca, ratificato lo scioglimento del consiglio comunale
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’interno Luciana Lamorgese, ha deliberato: lo scioglimento, per la durata di 18 mesi, del Consiglio comunale di Villaricca (NA), e il contestuale affidamento della gestione del Comune a una Commissione straordinaria.
Recita così il testo del comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 32 a data 05 agosto 2021, che ha segnato il destino dell’amministrazione comunale di Villaricca, affidandolo per 18 mesi alla gestione di una Commissione straordinaria.
Lo scorso 28 dicembre 2020 gli ispettori della Prefettura erano stati inviati per indagare, in merito al grado di infiltrazione dei clan camorristici all’interno della macchina comunale guidata dal sindaco Rosaria Punzo.
Si tratta del terzo scioglimento per infiltrazioni criminali, di un Consiglio comunale dell’area a Nord di Napoli. Infatti, già nel marzo 2020 la stessa sorte era toccata al Comune di Sant’Antimo e solo due mesi fa a quello di Marano.
Uno scenario che lascia purtroppo pochi dubbi circa il rapporto di connivenza che lega camorra e politica in un’area dove l’indice di criminalità è fin troppo alto.
Ad ottobre 2021 si sarebbe dovuto votare per il cambio dell’amministrazione, ma in seguito alle decisioni del Governo la realtà elettiva del Comune di Villaricca sarà sospesa per almeno 18 mesi, con gli effetti che ricadranno sulla collettività tutta che, va rimarcato, è composta da tantissime persone perbene, una società civile attiva che suo malgrado è costretta a subire le conseguenze di quella minima parte di popolazione che decide di vivere nell’illegalità.
Purtroppo, in questo caso specifico la legge è carente, perché quando si tratta di scioglimento di un Ente per infiltrazioni criminali gli effetti ricadono sempre, non sul singolo individuo ma su tutta la collettività cittadina.
Lo scioglimento per infiltrazioni della criminalità organizzata è stato introdotto nel lontano 1991 ed è ora disciplinato nel Testo unico degli enti locali (artt. 143 e seguenti). Si tratta di una misura di prevenzione straordinaria, che si applica quando esiste il reale pericolo che l’attività di un comune o di un’altra amministrazione locale sia piegata agli interessi dei clan criminali. Dunque, si tratta di una normativa abbastanza datata che forse andrebbe migliorata e potenziata in maniera tale da evitare che a pagarne le conseguenze sia l’intera comunità cittadina.
Ed è anche per questo, per salvaguardare gli interessi della collettività, che in particolari territori, già fortemente colpiti dalla presenza criminale, lo Stato ha il dovere di intervenire con decisione, bisogna far sentire ancora di più la presenza istituzionale e preservare la legalità, mettendo mano alla macchina amministrativa, favorendo lo sviluppo sociale, economico e civile dei territori adottando, ove possibile, dei controlli periodici di concerto con gli organismi preposti, per verificare la qualità e l’operato amministrativo e dei servizi erogati al cittadino dai singoli Comuni a rischio.
Sarà poi onere della politica essere capace di formare e generare una classe dirigente autorevole e competente che possa programmare il futuro di questi territori, partendo da una visione condivisa con i cittadini; a questi invece spetterà il compito di scegliere i propri rappresentanti nelle amministrazioni cittadine, con sempre maggiore spirito critico e impegno senza scendere a facili e squallidi compromessi.
di Renato Scognamiglio