Pagliuca – Un libro per rivivere la passione
È da un po’ di tempo che sugli scaffali delle librerie troviamo libri scritti da calciatori professionisti. Capostipite è stato Totti con la raccolta sulle barzellette che lo vedevano protagonista. Dopo di lui è iniziata la moda dei calciatori/scrittori. Tanti campioni della Serie A hanno deciso di raccontare la propria vita calcistica e non solo, facendosi aiutare da un biografo per dare al libro la migliora stesura possibile. Oggi, invece i calciatori scrivono di proprio pugno facendosi aiutare da qualche scrittore professionista. Sfatando così anche un mito, i calciatori che parlano e scrivono con i piedi. E poi, scrivere di persona la propria biografia, dovrebbe trasmettere al lettore ancora meglio le emozioni vissute. Ciò ha tentato di fare Gianluca Pagliuca con il suo libro “Volare libero” scritto insieme a Federico Calabrese. Una biografia, un racconto della sua carriera con vari aneddoti.
Una leggenda del calcio italiano. Nato a Bologna nel 1966 cresce nelle giovanili della sua città natale. Dal 1987 al 2007 è l’estremo difensore di Sampdoria, Inter, Bologna ed Ascoli. Conquista uno scudetto, tre edizioni della Coppa Italia, una Supercoppa italiana, una Coppa delle Coppe e la coppa Uefa. Portiere della nazionale italiana, conquiste il bronzo ai mondiali del 1990 e l’argento a quelli del 1994. Nel 2009 consegue il patentino di allenatore di serie A e dal 2016 al 2020 è preparatore dei portieri della primavera di Bologna. Il ricordo di questa lunga carriera lo riporta nel suo libro. E la frase detta da Antonio Soncini lui la ricorda benissimo perché da lì parte la sua carriera “Non sono soddisfatto dei miei portieri, ti vorrei in prestito alla Sampdoria per il torneo di Viareggio”. Ma quello che lui racconta non sono gli eventi già visti in tv. Racconta della sua vita familiare, il rapporto con i suoi genitori, come gli è nata la passione per il calcio, la vita negli spogliatoi, ovvero un dietro le quinte della sua vita calcistica e familiare. Un libro dedicato non solo alla sua carriera ma anche a come l’ha costruita, come gli è nata la passione per il calcio e i vari episodi che l’hanno costellata ricordando la sua famiglia. Nel primo capitolo troviamo una intimità familiare che Pagliuca racconta con un sforzo particolare ricordando il ruolo centrale di una mamma molto morbosa. Scrive dell’episodio delle scarpe comprate dalla mamma di un numero molto più grande con cui ha disputato due campionati. Poi passa ai ricordi nelle varie squadre, al suo rapporto con l’allenatore Boskov e le sue continue critiche. Il tutto raccontato con molta attenzione nei particolari per far sentire, per far percepire le sue emozioni per quel mondo che si è costruito sacrificio dopo sacrificio e in cui si è rifugiato.
M.Alessandra Celardo