Il paradiso delle signore
Continua a crescere negli ascolti arrivando ad uno share del 12%. Ma perché piace così tanto questa soap opera? Secondo Beatrice Dondi, critica televisiva dell’Espresso. “Piace perché è una soap e come tale vive di ripetizione. A furia di vedere il ripetersi di quei meccanismi ti senti di vivere anche tu in quel grande magazzino. È come uno di quei bagnoschiuma colorati: tutto è un po’ rosa, un po’ soffice e dolce. Non ci sono urla, non c’è tensione. La familiarità è un elemento essenziale per una soap e il telespettatore dopo un po’ sente di trovarcisi davvero dentro quel grande magazzino”.Punto di forza certamente l’ambientazione: tra tailleur dai toni pastello coordinati con cappellino, borsetta e guanti. Ragazze con impeccabili caschetti e boccoli;dialoghi mai chiassosi,ma sempre a toni bassi, al tempo stesso però chiari. In un certo senso sembra di sfogliare un Grand Hotel, rivista dell’epoca. Una soap opera all’italiana, insomma una sorta di Beautiful, edulcorata dal perbenismo, senza intrecci malsani e pervasa da una certa bigotteria, sempre attenta al malcostume tipico di quegli anni che portava di conseguenza le coppie a vivere amori tormentati perché illegali e spesso clandestini.
“Il Paradiso delle signore” prende il titolo dal romanzo di Émile Zola, ma sposta la narrazione nella Milano a cavallo tra gli anni ’50 e ’60.
Al centro della trama troviamo la storia di ragazze e ragazzi che si affacciano alla vita nell’Italia alle porte del boom economico, con le loro relazioni e i loro sogni di emancipazione.Quando è stato minacciato di chiusura dopo la crisi epidemiologica, perché il rapporto costi benefici sembrava non favorevole, è partita una sorta di insurrezione popolare, con petizioni sul web e barricate. La chiave del successo,spiega la sceneggiatrice Mittone, va ricercata nei tre elementi alla base del suo spirito: speranza, leggerezza e sogno. Un grande racconto puntuale, coincidente anche con feste e ricorrenze del giorno di messa in onda che non manca di ricordare gli eventi segnanti dell’epoca, come il primo viaggio sulla luna o l’uccisione di Kennedy con un efficace effetto amarcord. La messa in onda delle prima puntata risale a qualche anno fa, e stagione dopo stagione i consensi sono andati via via crescendo.Il pubblico nostrano è infatti entusiasta di poter assistere quotidianamente alle vicende delle Veneri del grande magazzino milanese, punto nevralgico della Milano dei tempi. Il nome della soap si ispira a quello del magazzino ed è proprio intorno al Paradiso delle Signore che si sviluppano amori, amicizie, dolori e delusioni. La narrazione verte sulle vite delle commesse, dei proprietari e di tutti coloro che entrano in contatto con i protagonisti.
“Non solo noi raccontiamo i primi anni ’60, continua la sceneggiatrice, ma li narriamo giorno per giorno”, Ad esempio, la morte di Coppi: tutti i protagonisti partecipano di quell’evento, lo leggono sul giornale, lo commentano, lo vivono. Questo radicamento così preciso sul passato dà un grande senso di realismo e genera un effetto di nostalgia dolce amaro per chi quegli anni li ha vissuti e se li ritrova davanti”. Eppure tra il pubblico più affezionato non ci sono solo over 50. Nei gruppi Facebook nati in sostegno della produzione è possibile contare un gran numero di ragazzi, insospettabili estimatori del genere: “Fa presa anche sui giovani perché rimanda a un altro mondo possibile.
Fa toccare con mano i grandi cambiamenti sociali che ci sono stati. Certo per i giovani spettatori vedere che le crisi coniugali non possono essere risolte con il divorzio che è stato introdotto dopo una lunga battaglia culturale e sociale solo nel 1970 è difficile da capire, addirittura incredibile, percepisci la grande strada che è stata fatta nella società, nella cultura, nel mondo delle donne”. Proprio Le donne, il Paradiso delle Signore le pone al centro del proprio racconto. Ragazze alla ricerca di emancipazione, che attraverso il lavoro cercano di raggiungere e spesso lo conquistano, il loro sogno di indipendenza.
Maria De Rosa