Cosa è successo negli ultimi giorni e perché si sta parlando così spesso di TikTok? Nelle ultime settimane, infatti, è stata data la notizia di un possibile ban di TikTok negli Stati Uniti d’America. Come già annunciato, appunto, sabato 18 gennaio l’app e il sito web di tale social sono stati bloccati, mostrando ai vari utenti iscritti questo messaggio:
“Ci dispiace, al momento TikTok non è disponibile. Una legge che banna TikTok è stata emanata negli Stati Uniti. Purtroppo, ciò significa che per ora non puoi utilizzare TikTok. Siamo fortunati che il presidente Trump ha annunciato che lavorerà con noi su una soluzione per ripristinare TikTok appena assumerà l’incarico. Restate connessi!”.
Ma qual è la motivazione di questo ban e quanto tempo è durato?
Piccolo spoiler: nemmeno 12 ore. Il social tanto amato, da giovani e non solo, era stato bloccato perché la società cinese proprietaria, la ByteDance, non ha trovato un acquirente statunitense e, nonostante le sollecitazioni mosse proprio da parte della società cinese, il governo non aveva cambiato idea, dichiarando che questo social fosse dannoso e pericoloso poiché raccoglie dati sugli utenti americani. Come anticipato prima, però, dopo nemmeno 12 ore, Donald Trump ha annunciato che avrebbe fatto di tutto per far ritornare TikTok sullo schermo di tutti gli statunitensi. Pochissimo tempo dopo, il profilo di TikTok ha pubblicato su X un post in cui si ringrazia il presidente Trump per aver rassicurato oltre 170 milioni di americani e per aver permesso a oltre 7 milioni di piccole imprese di prosperare. Pare, infatti, che il presidente abbia firmato un ordine esecutivo che concede a ByteDance altri 75 giorni per trovare un acquirente americano.
Una domanda sorge spontanea: ma il primo a proporre un divieto di TikTok non era stato proprio Trump? Nel 2019, infatti, TikTok era stato accusato di aver violato delle leggi statunitensi sulla privacy dei minori e in quello stesso anno Trump tentò di vietare l’app negli USA; esso, però, fu respinto dal governo federale. Come è possibile, quindi, che proprio colui che aveva iniziato una guerra contro tale social si sia dimostrato ora così determinato a ripristinarlo?
Beh, la risposta è molto semplice: è anche grazie a TikTok e alla propaganda che quest’app gli ha garantito, che Trump ha avuto successo alle elezioni del 2024. Inoltre, egli ora può dire di avere il merito di aver riportato in vita un’app che conta più di 170 milioni di utenti ed è incredibilmente popolare proprio tra i giovani, che saranno prontissimi a elogiarlo per il suo “atto magnanimo” (e sicuramente non poco incoerente). Trump è ora un salvatore e, a quanto pare, bisogna persino “ringraziarlo per il suo impegno”, come suggerisce il messaggio mandato agli utenti da TikTok appena l’app è stata ripristinata.
Le azioni del neo presidente hanno quindi avuto delle importanti ripercussioni, ovviamente ben programmate, che non bisogna sottovalutare. Infatti l’esecutivo di Trump, non solo sembra essere un’azione mirata ad aumentare i consensi ma anche un vero e proprio attacco all’autorità della Corte Suprema statunitense (la quale aveva confermato all’unanimità la legge federale che vietava l’applicazione) che desta non poche preoccupazioni. Sono diversi i giuristi che si sono mostrati perplessi rispetto alla legalità delle azioni del neo presidente e al non rispetto dei limiti del suo potere.
Infine, nonostante la situazione sembra essersi apparentemente stabilizzata, la questione non è ancora risolta. Come abbiamo detto, Trump ha semplicemente posticipato il ban, non l’ha annullato, concedendo più tempo per trovare una soluzione adeguata al problema. Si prospetta che essa possa essere, come già accennato, la vendita dell’applicazione ad un eventuale acquirente americano. Al momento, tra i possibili candidati all’acquisto ci sarebbero sia Kevin O’Leary assieme al miliardario Frank McCourt, che sarebbero disposti a pagare ben 20 miliardi di dollari per assicurarsi il social, sia la start-up di intelligenzaartificiale Perpelexity AI che propone una sua fusione con Tik TokAmerica e che sarebbe propensa a consentire agli azionisti diByteDance di continuare la loro partecipazione in società. In ogni caso, bisogna precisare che la ByteDance appare non ancoraintenzionata a cedere il social e se tale proposito non dovesse cambiare, potrebbe accadere (anche se è improbabile) che l’applicazione venga nuovamente sospesa.
Qualunque sarà l’esito di tutta questa vicenda, esso in ogni casosarà estremamente positivo per il neo presidente: Infatti Tik Tok,al momento, appare essersi ormai anch’esso asservito alla figura di Trump (di fatto già a dicembre il CEO Shou Chew aveva incontrato Trump a Mar-a-Lago per assicurarsi i suoi favori)seguendo quindi la stessa scia lasciata da Zuckerberg, proprietario di Meta, che nei giorni scorsi ha deciso di modificare il sistema di fact-checking, che regolava la veridicità delle informazioni sui suoi social, e cambiare le regole di moderazione per garantire la“libertà d’espressione”, (anche se tale libertà in realtà sembra più configurarsi con la possibilità di promuovere odio e disinformazione senza alcuna limitazione) avvicinandosi in questo modo alla linea di pensiero del neo presidente. A tutto ciò va ovviamente aggiunto il sostegno garantito al presidente da parte di Musk, proprietario di X, e dei CEO di altre importantissime piattaforme che fanno ormai parte della nostra vita quotidiana: Google, Amazon, OpenAI.
Insomma sembra che si stiano tracciando le linee guida per la creazione di una vera e propria oligarchia statunitense dove il potere è nelle mani dei leader delle più importanti aziende del mondo tech che hanno il potere di influenzare, attraverso i loro stessi social, non solo il pensiero degli statunitensi, ma dell’intero occidente.
SAVIANO MARIA ANNA
DEL PRETE CATERINA MARIA