Don Patriciello – la risposta al governatore De Luca
Il Governatore De Luca ne ha detta un’altra. È dal periodo del Covid che è entrato nelle nostre menti per le sue battute, le sue frecciatine. In quasi tutte le sue apparizioni sui social ed in tv, assistiamo ad un cabaret mischiato a questioni di interesse regionale e nazionale. Ha deriso chiunque, politici e non. Ieri nel suo mirino Don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano da anni impegnato contro la Camorra e, se così possiamo definirlo, artefice del Decreto Caivano.
Il governatore, nella sua consueta diretta, attaccando il governo Meloni, in particolare sulla propaganda del suo operato con l’utilizzo di vari personaggi, tra cui il prete, ha definito quest’ultimo come il “Pippo Baudo dell’area nord di Napoli con frangetta”.
Immediata la difesa del sacerdote da parte del presidente del Consiglio, oltre agli esponenti di governo e maggioranza.
Non inaspettata la risposta del prete stesso.
Ai microfoni del Tgr Campania è intervenuto dicendo “Mi dispiace per Pippo Baudo e non ci posso fare niente per la frangetta. Sono stato preso alla sprovvista dalle parole di De Luca. Il problema politico tra destra e sinistra mi riguarda poco, io sono il parroco di questo quartiere e mi sono rivolto a Meloni oggi, come in passato a Conte o a Renzi. Il governo sta mantenendo gli impegni presi ed è mio dovere non solo dirlo ma anche ringraziare”.
Ha anche aggiunto “Io sono pronto ad abbracciare De Luca, sono un prete, ma tirare in ballo me in questo momento, sono sotto scorta perché i camorristi mi hanno messo una bomba, significa mettere a repentaglio la mia vita perché dice ai camorristi ‘avete fatto bene’ e questo mi preoccupa, sono parole del tutto fuori luogo”.
E proprio sulla scorta che a Don Maurizio è stata assegnata, il governatore ha replicato “Quanto a don Patriciello, sia detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra. Ci sono innumerevoli cittadini, lavoratori, uomini di Chiesa e giovani, che sono quotidianamente e silenziosamente impegnati in questa battaglia. E che qualcuno di noi questa battaglia la fa da cinquant anni, e magari avendo rinunciato”.
Sulla Meloni invece ha precisato “che la mia battuta non riguarda don Patriciello, ma la scorrettezza di chi ha strumentalizzato a fini di propaganda politica – quando ha presentato l’ipotesi di premierato – figure pubbliche che non c’entrano nulla con le riforme costituzionali”.
Attendiamo ulteriori frecciatine, battutine
Maria Alessandra Celardo