Le presidenziali americane: i candidati
Le elezioni presidenziali si terranno a novembre del 2024 e il suo vincitore diventerà il quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti. Ma chi sono i candidati? Analizziamoli insieme.
Da una parte c’è la democratica Kamala Harris, vicepresidente degli USA dal 2021, prima donna di origine afroamericana a essere candidata.
Dall’altra, invece, il repubblicano Donald Trump, che è stato presidente dal 2017 al 2021.
Kamala Harris ha basato la sua campagna sugli ideali di libertà e futuro: è una convinta sostenitrice del diritto all’aborto, della legalizzazione della cannabis e ha contribuito all’Inflation Reduction Act, un investimento per ridurre i cambiamenti climatici. La donna ha detto di considerare fondamentale la sicurezza dei confini e allo stesso tempo vuole combattere per permettere la cittadinanza statunitense agli immigrati che ne hanno acquisito il diritto.
Donal Trump ha incentrato la sua campagna sull’economia: egli sostiene l’autonomia economica del paese, imponendo tariffe su tutte le importazioni. Per questo, la sua politica è spesso stata descritta come protezionista e autarchica. Per quanto riguarda l’immigrazione, Trump ha detto di volersi ispirare al ‘modello Eisenhower’ (e, quindi, all’operazione Wetback), definendo gli immigrati ‘animali che hanno distrutto il nostro Paese’ e ritiene, quindi, che vadano deportati. Vuole, inoltre, ergersi contro politiche che potrebbero sfociare in un ‘razzismo contro i bianchi’, dichiarando che ‘in questo momento c’è assolutamente un pregiudizio contro i bianchi’.
Ad ogni modo, ora che abbiamo introdotto brevemente i loro programmi, parliamo di un altro tema fondamentale: chi sarà il vincitore di questa ardua battaglia?
Se prendiamo in considerazione il dibattito televisivo, non ci sono dubbi che La Harris sia riuscita a battere totalmente il suo rivale; ad affermarlo sono il 67% degli elettori americani, di cui, addirittura il 38% di schieramento repubblicano. Tuttavia, nonostante questi dati nulla deve esser dato per scontato, in quanto, dai diversi sondaggi svolti sulle effettive elezioni emergono dati diversi e contrastanti in cui i divari tra candidati sono minimi:
Il sondaggio svolto dalla Reuters-Ipsos ci mostra la Harris ad essere in vantaggio, anche se di pochi punti percentuali, rispetto a Trump. Parliamo del 47% contro il 40%: può sembrare una differenza minima, ma rispetto ai precedenti dati (risalenti all’11 settembre) il vantaggio della democratica sta aumentando.
Secondo i dati raccolti da SSRS, invece, il divario non è così ampio, ma anzi si riduce notevolmente: la Harris mostra il 48% dei consensi rispetto al 47% ottenuto da Trump. Parliamo quindi di una differenza minima: un singolo punto percentuale.
Indipendentemente dalle varie analisi, c’è un dato che è ben assodato: possiamo infatti dire con certezza che la Harris, a seguito del passo indietro di Biden, sia riuscita ad eliminare ogni incertezza e divisione tra democratici e ad ottenere il loro sostegno molto rapidamente.
Detto tutto ciò, ora non ci resta che aspettare e monitorare i prossimi sondaggi. Nelle prossime settimane questi si focalizzeranno sui singoli Stati, in particolare sugli “swing States”: ossia quegli Stati con una posizione ancora non ben definita, ma che saranno fondamentali per l’esito delle elezioni
Caterina Maria Del Prete
Maria Anna Saviano
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