Questione 3° mandato e dintorni…..
Sono mesi che il dibattito sulla possibilità di un terzo mandato, per chi riveste la carica di presidente di una regione, rappresenta un argomento di discussione tra chi è a favore e chi è contrario. Del resto, il confronto dialettico sulle scelte è il fulcro di ognidemocrazia che si ritenga veramente tale.
Mentre alcuni sostengono che consentire a un leader di continuare nel suo ruolo possa garantire stabilità e coerenza nel prosieguo di una linea politica, per altri i rischi associati a una prolungata permanenza al potere sono molteplici e spesso gravi.
Uno dei principali rischi legati ad un eventuale terzo mandato si sostanzia nella concentrazione del potere nelle mani di una sola persona per un periodo prolungato. Questo può portare a una diminuzione di trasparenza nell’operato quotidiano, con il risultato che colui che detiene il potere possa di fatto diventare sempre meno incline ad ascoltare le opinioni diverse e/o accettare il controllo e il bilanciamento da parte degli altri organi istituzionali.
Va considerato, inoltre, che un presidente di regione che resta al potere per un lungo periodo può diventare sempre più isolato dalle opinioni e dai bisogni dei cittadini. Questo isolamento può essere ancorché alimentato da un cerchio ristretto di consiglieri o di persone che condividano solo le sue opinioni (i c.d. yesman) piuttosto che di gente capace di alimentare un normale confronto dialettico sui temi e le questioni da affrontare.
Ma veniamo a quello che per tutta una serie di motivi rappresenta il vero rischio legato alla lunga durata del potere, cioè corruzione e abusi di potere. (All’uopo si veda proprio quanto sta accadendo in Liguria con l’arresto del Presidente Toti), infatti, senza la minaccia di essere sostituito, un presidente comincia a sentirsi sempre più libero di agire nell’interesse personale e/o dei gruppi privilegiati di riferimento, piuttosto che nell’interesse del bene pubblico. Questo comportamento mina fortemente la fiducia degli elettori nell’intero sistema democratico e presta ulteriormente il fianco a quel sentimento di disincanto politico che già è troppo presente negli elettori (si veda il sempre minore numero di persone che si reca al voto).
Pertanto, in caso di superamento del limite del doppio mandato risulterebbe essenziale adottare misure atte al controllo e al bilanciamento del potere dei Governatori per prevenire e contrastare gli effetti legati alla corruzione e agli abusi di potere, assicurando così un governo regionale responsabile e trasparente.
Infine, è idea di chi scrive, che un terzo mandato potrebbe ostacolare un doveroso ricambio di leadership. Infatti, limitare le opportunità per le nuove figure politiche emergenti di assumere ruoli di gestione del potere potrebbe privare le regioni di nuove energie, prospettive e idee innovative necessarie per affrontare le sfide future che il passare del tempo produce.
In conclusione, se veramente si andasse verso il superamento del limite di due mandati consecutivi, sarebbe fondamentale valutare attentamente i rischi associati alla permanenza prolungata al potere. L’obiettivo dovrà essere quello di bilanciare stabilità, responsabilità democratica e progresso. Al fine di mitigare i rischi e preservare l’integrità delle istituzioni democratiche regionali.
Renato Scognamiglio