Il cyber bullo chi è?
Sarà capitato a tutti almeno una volta di leggere online o sui giornali racconti riguardanti casi di “cyberbullismo”, spesso con epiloghi tragici, che hanno segnato vite di numerosi adolescenti (e non solo).
Gli attacchi in rete sono una tematica purtroppo molto attuale, lungi dall’essere completamente risolta.
Tutto ha origine dal bullismo, che conosciamo come una serie di attacchi ripetuti, fisici o verbali, da parte di un singolo o, più comunemente, di un gruppo nei confronti di chi si ritiene “debole”. Con l’avvento dei social media e delle nuove tecnologie, tale fenomeno ha subito una serie di variazioni, una sorta potremmo dire di aggiornamento, passando dalla vita reale a quella virtuale.
Con il termine “cyberbullismo” indichiamo si attacchi di bullismo, ma effettuati in rete, mediante la pubblicazione di materiale fotografico, video, commenti denigratori e/o offensivi.
Il cyberbullo è proprio colui che inveisce nei confronti di una vittima da lui scelta, spesso anche nell’anonimato, celandosi dietro profili falsi. Tutto ciò non ha a che vedere solo con la generazione Z, bensì anche con quelle ad oggi considerate dei “millennial“ e dei “boomer”: anche loro possono essere carneficina o carnefice. Il bersaglio varia, passando dalle persone comuni ai personaggi pubblici, sono infatti molti gli influencer, gli artisti o i partecipanti a talent show televisivi ad essere presi di mira nei commenti delle varie piattaforme (Instagram, Tiktok, Twitter, ecc…).
Il cyberbullismo può manifestarsi sotto diverse forme, citandone alcune:
•outing, la condivisione di informazioni private senza consenso;
•cyberstalking, persecuzione ossessiva tramite messaggi o email minacciosi, spesso con intenti intimidatori o di controllo; •revenge porn, diffusione di immagini o video intimi senza il consenso della persona coinvolta.
Sono purtroppo numerosissimi i casi di suicidio provocati proprio dal cyberbullismo: secondo uno studio dell’UNICEF, il 20% di giovani in Italia ne è vittima, nonostante nel 2017 e nel 2021 il Ministero abbia veicolato una serie di linee guida per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo, introducendo il Team Antibullismo nelle scuole. Nonostante le numerose accortezze e normative emesse negli ultimi anni, l’ondata di odio online resta costante e sembra sempre più difficile da debellare.
Il cyberbullo, così come il bullo, non è solo l’aggressore diretto, ma è anche lo spettatore che non interviene, o l’istigatore che non agisce in maniera diretta ma induce gli altri a farlo.
In conclusione, il cyberbullismo è una piaga che sociale che non conosce limiti di età e che continua a mietere vittime nell’indifferenza generale. È necessario un cambiamento culturale, che passi attraverso l’educazione al rispetto, all’empatia. Un altro elemento fondamentale per far sì che tutto cambi e l’insegnamento della responsabilità digitale, per un utilizzo più sicuro dei social. Ognuno di noi può fare in qualche modo la differenza, aiutando chi è in difficoltà e segnalando comportamenti scorretti online, promuovendo un uso consapevole della rete.
GABRIELLA COSTANZO