Achille Lauro, pseudonimo di Lauro De Marinis,nasce a Verona nel 1990 da una famiglia borghese, figlio di Cristina Zambon e di Nicola de Marinis, magistrato della Corte di Cassazione. La sua famiglia è composta da alti funzionari dello Stato: oltre al padre, il nonno Federico De Marinis era prefetto; fra i parenti ci sono anche l’ex procuratore della Repubblica di Bari, Michele De Marinis, e il viceprefetto Matteo De Marinis, già in servizio a Bari. Cresciuto a Roma, all’età di 14 anni non segue i genitori che si trasferiscono in un’altra città, ma decide di rimanere nella capitale assieme a suo fratello maggiore, più grande di lui di soli 5 anni. I due vivranno in una comune, dove conosceranno la precarietà, il pericolo e la vita criminale. Scrive Lauro – le canzoni a volte non sono solo semplici canzoni. Sono la nostra storia. Questa è Incoscienti Giovaniraccontata da chi l’ha vissuta.
“Lauro è cresciuto in casa con ragazzi che non erano miei figli, ma che ho accolto come tali – scrive la mamma nella lettera – Figli di storie difficili e case famiglia dove io facevo volontariato. È cresciuto insieme alle ragazze di strada, ricordo quando andavo di notte sui marciapiedi con Don Giovanni a convincerle a scappare da quella vita e a trovare un posto sicuro, e molte volte, restavano a casa nostra. È cresciuto con i suoi amici, ragazzi con famiglie inesistenti, errori alle spalle, rabbia dentro. Li conosco tutti. Sono stati come figli anche per me. Giovani incoscienti, ma con un grande cuore”.
Il riferimento è a quel periodo della vita di Lauro De Marinis, in cui la madre ospitava a casa sua dei ragazzi con un passato complicato. ll musicista stesso tempo fa aveva scritto: “Mia madre é sempre stata una persona altruista, generosa, longanime. Abbiamo vissuto con altri bambini perché mia mamma prendeva in casa figli di famiglie in difficoltà, anche quando possibilità non ne aveva. Siamo figli di chi ha dedicato tutta la propria vita al lavoro, a cui tuttavia per tanti anni nessuno ha mai riconosciuto nulla. Ho ricordi di momenti in cui non si sapeva che fine avremmo fatto, se saremmo riusciti a coprire i debiti. Ricordo quando fuori fingevo di aver già cenato perché mi vergognavo a uscire e a non avere soldi per pagare il conto. Oggi ho pagato per riavere i gioielli che mia madre aveva impegnato. Quei gioielli che sua madre le aveva regalato erano l’unico ricordo che conservava di lei. La generosità che mi è stata insegnata è la mia più grande ricchezza. Io sono come i tanti ragazzi della mia generazione, siamo cresciuti da soli crescendoci l’un l’altro. Nessuno conosce la mia vera storia”. La mamma, che oggi si occupa della gestione della carriera del figlio, conclude così la lettera: “Oggi Lauro è adulto e insieme cerchiamo di sostenere tutti quei posti dove ci sono ragazzi che hanno bisogno: dagli ospedali, alle comunità e ovunque ci sia necessità. Sono grata di tutto questo e di vedere che oggi lui non si dimentica di chi ha bisogno e di chi era come lui. Nonostante tutto quello che abbiamo passato, Lauro ha riconosciuto quel faro e ha imparato l’unica cosa che conta realmente: l’importanza di amare e il bisogno di tutti noi di essere amati. Se quei ragazzi non avessero conosciuto l’amore, incluso mio figlio, forse si sarebbero persi in cerca di quell’amore che non avrebbero mai trovato”. Lauro ha mostrato un forte impegno nel sociale con diverse iniziative benefiche, probabilmente influenzato dall’infanzia complicata. Nel dicembre 2021 ha realizzato un progetto innovativo trasformando i suoi battiti cardiaci in un’opera d’arte digitale (NFT), messa all’asta per raccogliere fondi destinati al reparto di cardiochirurgia pediatrica del Policlinico San Donato di Milano. La somma raccolta, oltre 100.000 dollari, è stata utilizzata per l’acquisto di un ecocardio-color-doppler tridimensionale, strumento fondamentale per la diagnosi e il trattamento dei piccoli pazienti. A natale 2021 ha poi visitato i bambini ricoverati nel reparto di cardiochirurgia pediatrica, portando doni e condividendo momenti di musica e allegria dimostrando una sensibilità particolare verso chi affronta situazioni difficili sin dalla tenera età.
La capacità di Achille Lauro di trasformare le esperienze dolorose della sua giovinezza in arte e solidarietà rappresenta la vera forza dietro il suo successo. La sua musica non è solo espressione artistica, ma anche un mezzo per sensibilizzare e contribuire concretamente a cause sociali, rendendolo un esempio di come le difficoltà possano essere superate e trasformate in opportunità per sé e per gli altri.
Certamente un esempio da seguire.
Maria De Rosa